Disegno = Designo



Di-segno : la giustizia nel discorso / Giorgio Agamben ... [et al.] ; 
a cura di Gianfranco Dalmasso
Agamben, Giorgio ; Dell'Asta, Adriano ; Perrone, Paola
Milano : Jaca Book ; 1984


(...) Eppure le tavole sono sequenziali, ordinate, c’è un soggetto ordinatore, c’è dell’ordine. Ordo nel lessico latino – è Gianfranco Dalmasso a ricordarcelo - significa disposizione, schieramento (di truppe, di alberi, etc.) ma anche regolamento, misura. Ordinare si configura come gesto che implica legge, legame, (…) l’idea di un’azione, di un intervento attivo del soggetto ordinatore. 






Anche nel caso del disegno ci troviamo di fronte all’idea di legame, di rapporto reciproco tra segni ed anche qui, di legame implicante un progetto, un intervento dell’attore del disegnare. Designare in latino, ma anche bezeichnen in tedesco, in inglese design, significano tracciare dei segni collegandoli in un insieme sensato, ma anche manifestare un’intenzione: designare, cioè nominare. In ogni caso un prendere posizione, un decidere (sto cercando di sintetizzare un complicato passo di Dalmasso).









Il mondo delle cose costruite, tutto il mondo artificiale in cui viviamo, è il risultato di un progetto che nasce quasi sempre da un disegno. Disegnare viene naturale - è molto più facile imparare a disegnare che imparare a scrivere, nonostante i gesti siano in fondo gli stessi. I disegni sono un genere artistico che attraversa i secoli con pochissime variazioni di stile. Alcuni animali riconoscono gli oggetti rappresentati nei disegni. Ma come fanno i disegni ad essere degli strumenti di rappresentazione così efficace? Il mondo visivo contiene molte linee, eppure la grafica non si degna di registrarne la maggior parte e dà un'enorme importanza ad altre. Secondo quali strategie? Si tratta di una forma di astrazione? Questo antico metodo di rappresentazione è minacciato da nuovi tipi di resa grafica? Quali norme estetiche implicite ed esplicite vengono accettate? Che cosa hanno da dire le scienze cognitive sul disegno? La complessità del tema richiede un dialogo interdisciplinare, Questo numero raccoglie contributi dei massimi specialisti italiani ed internazionali, filosofi, psicologi, storici della rappresentazione visiva, esperti di comunicazione.

Rivista di Estetica, 8, 1981

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Dovremo imparare a riconoscere che le cose stesse sono i luoghi e non solo appartengono a un luogo. Un enunciato heideggeriano che ricordo grazie alla intermediazione amichevole di Christian Norberg-Schulz.






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